Lucia Ghirardi

Pittrice

Lucia Ghirardi

Pablo Picasso, grande interprete del Novecento di Lucia Ghirardi (Parte 2 di 3).

 

I problemi centrali dell’arte rappresentativa riguardano il rapporto sfondo-figura. Sono questi i problemi che Braque e Picasso affrontarono con il cubismo.

Il cinema era la seconda grande passione di Picasso. Il comico e il grottesco erano i principali ingredienti del primo cinema, di cui Picasso ed i suoi amici apprezzavano il carattere popolare.

I vari primi piani delle figure nel cinema -le riprese della testa, della figura di tre quarti e intera- sono strettamente legati al ritratto.

E la pittura, come il cinema, ha la capacità di essere trasparente, è in grado di registrare vari strati fisici nel trascorrere del tempo.

E’ fuori discussione che il cinema abbia avuto un ruolo di primo piano nell’invenzione del cubismo.

Picasso continuò ad analizzare il rapporto tra la forma bidimensionale e quella tridimensionale come problema relativo al rapporto tra pittura e scultura.

I dipinti del cosiddetto “periodo negro” del 1909 costituiscono l’apice dell’analisi della forma tettonica da parte di Picasso.

Ogni singolo tocco è contemporaneamente luce e ombra, disegno e pittura; le figure sono contemporaneamente volumetriche e piatte; le linee sono virtualmente indipendenti.

Nella forma tettonica l’opera ha la consistenza di uno straordinario bassorilievo, in cui luce e ombra sono rese praticamente autonome dalla natura, quindi indipendenti da una fonte luminosa specifica.

L’incontro tra Braque e Picasso avvenne nel 1907. I due artisti avevano trascorso l’estate del 1908 lontani da Parigi, in località diverse studiando il paesaggio locale e avendo l’opera di Cézanne come modello.

Diventati amici intimi, cominciarono una stretta collaborazione che li vide associati nell’invenzione di quello che sarebbe diventato il cubismo.

Il cubismo divenne un’integrazione e un compromesso continuo tra gli interessi di Braque e quelli di Picasso.

Il primo inizialmente non era interessato al nudo, il secondo non amava particolarmente il paesaggio o la natura morta.

Nell’avventura congiunta di Braque e di Picasso, quest’ultimo continuò a concentrare l’attenzione sul vocabolario dell’estetica del disegno.

Uno dei principali temi della nuova arte era la definizione in termini formali del rapporto tra l’uomo e il mondo.

Per gli artisti, si trattava del rapporto sfondo-figura. Picasso e Braque decisero di ristrutturare lo spazio in modo tale che la figura potesse osservare se stessa in un costante dialogo con il proprio sfondo.

Fulcro della nuova struttura era la riorganizzazione pittorica degli elementi tradizionali del disegno figurale e della prospettiva.

Nell’opera di Picasso e di Braque, a partire dal 1910, i dualismi multipli sono connaturati al sovrapporsi e all’intrecciarsi dei contorni e della griglia prospettica nel disegno della singola figura, nel sistema dell’ombreggiatura realizzato dai motivi di tratti che fungono da sfondo, nonché al gioco reciproco dei colori monocromi sottilmente modulati. Ora lo sfondo e la fonte di luce diventano un elemento importante, e la finitezza diventa parte integrante della concezione.

La nuova formazione unità-dualismo alimentava una costante moltiplicazione di tattiche di divisione e rispecchiamento.

Le rappresentazioni in questa fase del cubismo si avvicinano e nello stesso tempo si allontanano dalla “realtà”.

E’ difficile, a prima vista, distinguere Braque da Picasso, specialmente negli anni culminanti del cubismo analitico (sino al 1912).

L’abdicazione allo stile individuale in favore della collaborazione, non solo tra i due artisti, era intesa come sovversione del sistema accademico ancora in vigore.

I due compagni di avventura avevano messo a nudo il fatto che l’arte era un linguaggio di convenzioni.

Nel 1911 il cubismo si presentava come un “linguaggio condiviso”.

Quando i due constatarono che l’avventura collettiva era una causa persa, ognuno di loro dovette trovare una avventura individuale.

Formulato in termini di configurazione del rapporto sfondo-figura, il cubismo attraversa tutta la storia dell’arte come ideale metafisico.

Picasso utilizza tutto il repertorio cubista: gli espedienti del chiaro-scuro pittorico, il “passage” (il trapassare dei contorni gli uni negli altri), i piccoli tocchi ripetuti del colore che contengono la luce, il tutto per assicurare che ogni elemento della figura resti aperto e reattivo agli altri.

La figura oscilla costantemente tra due e tre dimensioni, tra scultura e pittura. I tratti neri non sono solo ombre ma costituiscono un “colore”, in omaggio a Manet e alla tradizione spagnola che egli riprese utilizzando il nero come colore.

Il pigmento nero è un amalgama di tutti i colori, e il pigmento bianco è usato come punto di massima luce.

Picasso ritrae la donna non solo nel modo in cui la vede, ma anche nel modo in cui la conosce.

Il riferimento alla scultura è così accentuato che il disegno si conforma a ciò che viene di solito considerato “disegno scultoreo”.

Il rilievo è il fulcro del cubismo classico, e segna l’aprirsi nella pittura di una conciliazione tra la forma tridimensionale e la bidimensionalità della rappresentazione.

Allorché Picasso cominciò a lavorare con Braque, la natura morta con tavola imbandita divenne uno dei principali soggetti del cubismo.

L’approccio di Picasso alla natura morta avviene attraverso la mediazione di Cézanne. La natura morta è uno specchio dell’artista e, nello specchio, la sua vita è ritratta come arte, attraverso lo specchio diventa una sola cosa con l’arte.

Il paesaggio come genere è piuttosto raro nell’opera di Picasso ed è del tutto assente nel cubismo analitico.

Picasso, trascurando il paesaggio si concentra sulla figura. Ma il paesaggio, che va inteso anche come dimora della figura, crea il problema di integrare la figura

scultorea nello schema del cubismo. La soluzione scelta da Picasso fu quella di inserire la struttura del paesaggio nella struttura dei dipinti, rianalizzando il paesaggio in termini di veduta di un villaggio.

L’ambizione del cubismo è il coinvolgimento totale dei sensi che Cézanne voleva per la pittura: luce, forma, colore.

Il cubismo non si propose mai di essere una semplice revisione del passato; il suo intento era quello di sovvertire il passato e di abbracciare il presente in tutte le sue folli contraddizioni.

Picasso – il grande ladro visivo – senza dubbio “rubava” e trascriveva anche dai film, che aveva avuto modo di vedere ormai da molti anni.

Dal 1909 sino al 1912 la pittura cubista richiama i film, soprattutto il processo di proiezione dei film. E’ tenendo presenti queste caratteristiche, la luce della proiezione e l’effetto di un collage di pezzi di pellicola, ora assimilato alla griglia, che dobbiamo riconsiderare i dipinti cubisti dopo il 1911.

La metafora della griglia prospettica come inquadratura cinematografica e del movimento come esecuzione musicale si perde quando Picasso cerca di integrare questi elementi gli uni con gli altri e con il corpo come se coincidessero totalmente.

Picasso e Braque si sforzavano di non perdere il contatto con l’identità dell’oggetto, ma intendevano portare al limite estremo il distacco da esso.

Il principio del piacere divenne per i due artisti un folle gioco; la moltiplicazioni di segni minacciava di distruggere completamente la struttura visiva, trasformando la rappresentazione in un sistema di geroglifici, e di annientare totalmente la gerarchia compositiva, l’identità dell’oggetto e la profondità prospettica.

I piani, che nel cubismo classico erano fatti avanzare verso la superficie, ora non ci sono più in quato sfondo e superficie coincidono e lo spazio è ora spazio rispecchiato. L’opera d’arte è una stanza degli specchi, è questa la sua funzione.

Picasso è una persona rispecchiata: egli è in grado di vedere se stesso solo riflesso attraverso qualcosa o qualcun altro.

La concezione della tela come una sorta di specchio ironico inaugurò una nuova idea della pittura, incentrata sulla materializzazione del paradosso.

Dalò 1910 al 1912 Picasso e Braque conclusero una straordinaria sintesi e un rovesciamento dei cinque secoli di arte visiva precedenti. Avevano pres oil vecchio sistema accademico e lo avevano capovolto in modo da manifestare molteplicità ed incertezza, ambivalenza e contraddizione.

La poesia e il cinema furono particolarmente importanti in questo periodo nel quale iniziava la fase “sintetica” del cubismo.

Nell’arte di Picasso si nota l’ossessione per la coniugazione di pittura e scultura pertanto alcuni suoi quadri ci chiedono di essre letti in due modi, una volta come dipinto, una volta come scultura.